Francisco de Pájaro: Art Is Trash Barcellona
Francisco de Pájaro, conosciuto come Art Is Trash, è un artista di strada con base a Barcellona. Le sue opere mischiano satira, improvvisazione e critica sociale, prendendo vita tra muri, porte e soprattutto... spazzatura. Con figure grottesche e installazioni create con materiali di scarto, trasforma i rifiuti urbani in arte, giocando con l’umorismo ma lanciando al contempo messaggi fortemente politici.
Ho scoperto il suo lavoro per la prima volta nel 2013, girando tra le vie del quartiere El Raval a Barcellona. Le sue creature sembravano comparire ovunque, come se guidassero il mio cammino. Oggi lo incontro a New York, dove sta per concludere una residenza artistica di tre mesi durante la quale ha disseminato la città di interventi unici e provocatori.
TheDustyRebel: Perché hai scelto la strada come tuo spazio creativo?
Francisco de Pájaro: In realtà non l’ho scelto: è stata una necessità. Le gallerie d’arte a Barcellona mi avevano chiuso le porte. Non avevo soldi, né possibilità. La strada mi ha offerto tutto. Ho iniziato a dipingere sulla spazzatura perché era lì, disponibile, e non dovevo mantenerla né venderla. Dipingo, lascio l’opera per strada e continuo. È la libertà più pura.
TheDustyRebel: Da quanto tempo trasformi i rifiuti in arte?
Francisco de Pájaro: Sono quasi cinque anni ormai.
TheDustyRebel: Com’è il tuo processo creativo? Pianifichi o ti affidi all’istinto?
Francisco de Pájaro: Seguo l’istinto. Tutto nasce dal momento. È una forma di espressione primitiva, come le pitture rupestri. Si dipinge ciò che si vive, ciò che si sente. Per me, la pittura è la madre di tutte le arti. Farlo direttamente su una superficie qualsiasi mi fa sentire figlio della natura.
TheDustyRebel: Qualcuno si è mai arrabbiato perché hai usato i suoi rifiuti per un’opera?
Francisco de Pájaro: Quasi mai. Ma certo, ci sono eccezioni. Alcune persone non capiscono quello che facciamo, e ci trattano come vandali. Ma l’arte di strada non dovrebbe essere un crimine.
TheDustyRebel: Te ne vai sempre subito dopo aver terminato un’installazione. Perché? Non ti interessa vedere la reazione della gente?
Francisco de Pájaro: No. Me ne vado per non affezionarmi. Ho imparato a lasciar andare le mie opere. Rimanere lì ad aspettare la reazione del pubblico mi sembrerebbe vanitoso. L’opera non è più mia: appartiene alla strada.
TheDustyRebel: Molti vedono solo l’aspetto giocoso del tuo lavoro e non colgono il messaggio politico. Quanto conta la politica nella tua arte?
Francisco de Pájaro: La politica è quasi sempre presente. Il problema è che la gente preferisce non vederla. Proprio come nella loro vita quotidiana: chiudono gli occhi, vivono in superficie, si lasciano manipolare dal sistema. Io dipingo la tragedia umana nella spazzatura. I nostri errori, il nostro egoismo, la nostra ipocrisia.
TheDustyRebel: Spesso usi immagini e simboli dei popoli nativi americani. Come mai?
Francisco de Pájaro: Tutto è iniziato con le bugie di Hollywood. Da bambino non credevo che gli indiani fossero i cattivi. A scuola ci raccontavano la conquista delle Americhe come un’impresa gloriosa. Ma vengo dall’Estremadura, una regione che ha dato i natali ai più spietati conquistadores. Mi sento vicino ai popoli indigeni, al loro rispetto per la natura, alla loro visione del mondo. Noi stiamo distruggendo il pianeta. Il mio spirito è quello di un guerriero che dipinge per ricordarci che siamo figli della natura, e che dobbiamo proteggerla.
TheDustyRebel: Cosa ti ha portato a New York?
Francisco de Pájaro: È stata la spazzatura a portarmi qui. Viaggio per esprimermi, per lasciare messaggi. È il mio linguaggio.
TheDustyRebel: Qual è la differenza principale tra Barcellona e New York, per un artista di strada?
Francisco de Pájaro: La polizia. A Barcellona non posso nemmeno dipingere sulla spazzatura. Qui teoricamente sì, ma pochi giorni fa tre agenti hanno minacciato di arrestarmi e mi hanno fotografato il volto senza consenso. Per me è un abuso di potere. La mia arte è contro questi “lupi” in un mondo pieno di “agnelli”.
TheDustyRebel: E rispetto a Londra?
Francisco de Pájaro: A Londra ci sono spazi autorizzati dove puoi dipingere liberamente. Quartieri come Brick Lane, un tempo abbandonati, ora vivono grazie alla street art. C’è più rispetto per questa forma d’espressione.
TheDustyRebel: New York ha influenzato il tuo stile?
Francisco de Pájaro: No. Il mio modo di dipingere è sempre lo stesso, guidato dall’istinto. Non credo che la città abbia cambiato la mia visione. E spero di non fare mai collage incollati.
TheDustyRebel: Cosa ti ha sorpreso di più della scena street art e graffiti di NYC?
Francisco de Pájaro: Qui si distinguono chiaramente due mondi: lo street art e il graffiti. Lo street art è comunicazione, sentimento, espressione. Il graffiti invece è spesso aggressivo, territoriale, distruttivo. Non è arte: è un gioco di potere.
E quasi nessuno dipinge a mano. Tutti incollano poster stampati. È senz’anima. Non c’è traccia umana. Io rispetto chi lavora con le mani, chi accetta l’imperfezione. Perché è lì che si trova la vera vita.