Interventi 3D nello spazio urbano vs. collage e murales tradizionali
Nel vasto e colorato mondo della street art, esistono stili e tecniche molto diversi, dalle grandi pareti dipinte ai delicati collage di carta incollati sui muri. Eppure, tra i molti creatori che lasciano il proprio segno in città, uno sfida le definizioni convenzionali: Art Is Trash. Conosciuto fuori dalla strada come Francisco de Pájaro, trasforma oggetti abbandonati in opere temporanee, tridimensionali, che ridefiniscono il concetto stesso di arte urbana.
Mentre la maggior parte degli street artist lavora con supporti bidimensionali – bombolette spray, pennelli, stencil o poster incollati (wheat-paste) – Art Is Trash costruisce in tre dimensioni, trasformando la strada in un palcoscenico per installazioni dal carattere scultoreo. Il suo approccio non consiste solo nell’aggiungere un’immagine a una parete, ma nel rimodellare lo spazio fisico con umorismo, satira e un’estetica volutamente grezza.
Interventi tridimensionali come sculture
Invece di limitarsi a dipingere su un muro o incollare un manifesto, Art Is Trash percorre le strade alla ricerca di materiali abbandonati: vecchie sedie, mobili rotti, materassi logori, scatoloni, elettrodomestici guasti. Questi oggetti – destinati alla discarica – diventano l’ossatura delle sue creazioni.
Con tratti pittorici rapidi e marcati, dettagli caricaturali e una costruzione improvvisata, trasforma questi scarti in personaggi grotteschi e comici, che sembrano emergere dal tessuto urbano stesso. L’effetto è immersivo: le sue opere non sono semplicemente sulla strada, ma nella strada – occupano spazio, proiettano ombre e a volte invitano all’interazione fisica.
I limiti di collage e murales dipinti
Molti street artist realizzano opere straordinarie attraverso il collage o i murales dipinti, ma queste tecniche rimangono generalmente bidimensionali. I collage (paste-up) – in cui opere preparate in precedenza vengono incollate sui muri – permettono un’applicazione rapida e una ripetizione dell’immagine, ma l’interazione con l’ambiente resta visiva. I murales, eseguiti a mano libera o con stencil, possono essere monumentali e ricchi di dettagli, ma sono legati alla superficie piatta del muro.
Sebbene possano durare settimane, mesi o addirittura anni, non possiedono la stessa presenza fisica di un’installazione tridimensionale. Murales e collage fanno parte della superficie; le sculture di Art Is Trash diventano parte integrante – e temporanea – dell’architettura urbana.
Messaggio e impatto – Umorismo e critica sociale
Le opere 3D di Art Is Trash sono tanto legate al materiale quanto al messaggio. Utilizzando i rifiuti della società, l’artista critica la cultura dello spreco, il consumismo e il valore che attribuiamo agli oggetti. Ogni creazione è al tempo stesso gag visiva e denuncia sociale: una pila di spazzatura trasformata in un mostro sorridente, una sedia rotta mutata in creatura dagli occhi spalancati.
Questo approccio contrasta con i messaggi tipici di collage e murales, che possono trattare di politica, icone culturali o estetica pura. Nel suo caso, il medium è il messaggio: il rifiuto stesso è la prova materiale di ciò che critica.
L’effimero come potenza espressiva
La street art è spesso effimera per natura, ma le installazioni di Art Is Trash lo sono ancora di più. Essendo realizzate con oggetti mobili, possono sparire in poche ore – rimosse dai servizi di pulizia, portate via da passanti curiosi o distrutte dalle intemperie. Questa transitorietà amplifica l’impatto: chi le incontra vive un’esperienza rara e irripetibile.
Al contrario, collage e murales restano visibili più a lungo, permettendo a un pubblico più ampio di vederli, ma anche rischiando di diventare parte del paesaggio urbano e quindi meno incisivi. Le opere di Art Is Trash sfuggono a questa “normalizzazione” perché richiedono attenzione immediata: potrebbero sparire il giorno dopo.
Strategia – Scultura di guerriglia vs. intervento pianificato
La maggior parte degli artisti che incollano o dipingono pianifica le opere in anticipo, talvolta con permessi ufficiali. Il processo spesso comprende bozzetti, preparazione dei materiali e scelta strategica della parete.
Art Is Trash agisce più come uno scultore di guerriglia. Il suo processo è guidato da ciò che trova in strada – materiali, posizione, persino l’umore del momento. Questa improvvisazione rende ogni intervento unico, sia nella forma sia nel rapporto con l’ambiente circostante.
Perché il suo approccio colpisce
In un’epoca in cui la street art viene sempre più accolta da gallerie e istituzioni, le sue sculture grezze, temporanee e costruite con rifiuti mantengono uno spirito di ribellione e imprevedibilità. Le sue opere sembrano vive – a volte invadendo i marciapiedi, sporgendosi verso la strada o incombono sui passanti.
Per il passante occasionale, imbattersi in una sua creazione è una sorpresa inaspettata. Per chi ne comprende il messaggio, è un promemoria tagliente: i nostri rifiuti parlano di noi tanto quanto l’arte che scegliamo di conservare.
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